aggiungi un mi piace al post Share this post on:

Arriva San Valentino, scattano i cuoricini e con essi gli stereotipi sull’Amore che secondo una certa vulgata dovrebbe essere una roba dolce, gentile, accogliente, rassicurante, tutta profumata e avvolgente.

Ora, osservate la forma geometrica del cuore: forse vi tuffereste tra le due curve superiori, ma vi lancereste mai verso la punta che sta dall’altra parte? Ho i miei dubbi… Tuttavia se togliessimo quella punta, un cuore non sarebbe più tale.

Si tratta di un piccolo spunto di riflessione per insinuare il dubbio che – come insegnava la Sacerdotessa Diotima nel Simposio di Platone – Eros non è ne bello né buono e non è un Dio ma un Demone che sta tra gli Dei e i Mortali per essere messaggero degli uni verso gli altri.

Come tale Eros non è presenza rassicurante e pacificante, al contrario. Eros ci scuote, ci inquieta, ci confonde con le farfalle nella pancia e ci fa schiantare a terra quando ci catapulta al di fuori del nostro centro. Ci obbliga a sentire emozioni, dubbi, pensieri, tormenti e paturnie che altrimenti potremmo non vedere. Sarà per questo che va di moda sottrarsi alle relazioni? Sarà per questo che ancora troppo spesso preferiamo i contratti, la morale, le etichette e le sicurezze alla forza prorompente di Eros?

Io come Socrate non ho risposte. Solo mi guardo intorno e mi faccio domande, e oggi me ne faccio anche più del solito.

Mi sono sentita anche io talvolta stanca dei batticuori, dei brividi, dei sussulti ventricolari firmati Eros, ma ho imparato e continuo a imparare che sono proprio quegli scossoni che possono portarci al di là di noi, o forse, ancora più dentro di noi: di fatto stare nella nostra zona di confort ci fa sentire tranquilli e sereni, ma per chi vuole mettersi in cammino verso una dimensione di consapevolezza nuova e più profonda, Eros è essenziale.

E’ essenziale perché dà slancio, perché ci agita, perché ci toglie dall’immobilità e se ci ostiniamo a restare fermi, ci tormenta. Eros è vita, è anelito alla vita. Sarà per questo che gli diamo così poco spazio e abbiamo ridotto a tecnica e calcolo anche i grandi Regni di Eros… Le Relazioni e la Natura.

Faccio un passo indietro.

Secondo Platone – o meglio secondo le voci da lui citate – è la bellezza che ci porta verso il meglio di noi, una bellezza che non è di Eros ma che è sua complice. La bellezza ci attrae, ci incanta, ci parla dentro, rimbomba nelle nostre profondità. Attraverso quel movimento, quel magnetismo, quell’emozione, qualcosa dentro di noi resuscita e ci sentiamo vivi.

A questo serve la bellezza, a questo serve la vita: a guardare, ad ascoltare, ad annusare, a sfiorare e a sentire il fragore della bellezza che c’è intorno a noi. Una bellezza che non è solo luce ma anche e soprattutto ombra, non è solo pace ma anche guerra. Non è solo ordine ma anche caos. Non è solo quiete ma anche e soprattutto moto perpetuo.

Eros è ciò che ci fa vibrare sulla frequenza giusta per poter stare in bilico tra gli opposti, per poter dondolare tra luci e ombre, tra quiete e uragani, tra ordine e caos.

Essere innamorati forse è anche questo.

Cercare l’armonia, vedere la bellezza nel trambusto, saper sorridere ai dubbi e all’incomprensibile. Innamorarsi, giorno per giorno, di noi, di chi ci sta accanto, delle montagne e del mare non può voler dire amare solo le luci, i tramonti romantici e le gioie. Vivere da innamorati vuol dire ascoltare i movimenti interni, tremare di paura e al tempo stesso restare incantati davanti alla potenza di un uragano, di un maremoto e di un litigio.

Amare così diventa un esercizio di libertà perché ci impone di prenderci cura di quel che sentiamo fino nel profondo dell’anima, tormenti e contraddizioni compresi. E quando impariamo ad amare tutto questo dentro noi stessi, allora possiamo amare anche l’altro da noi senza chiedergli di cambiare e senza imporci con violenza, che si tratti di un albero, un gatto o un essere umano.

Buon San valentino a tutti, soprattutto a quelli che desiderano aprirsi a Eros e alle sue magie!

aggiungi un mi piace al post Share this post on:

5 Comments

  1. Avatar Nadia Luppi

    Lucia Armano

    Mi risuonano queste tue parole. Spesso l’amore viene rappresentato come una forza prorompente che non cerchiamo, ma che ci arriva senza sforzo, alla quale non possiamo sottrarci. Per me non è mai stato così. Amare è innanzitutto una scelta: implica una grande apertura, rendersi vulnerabili, un grande lavoro sia su se stessi sia con l’altro. Ogni tanto mi chiedo come mai alcune persone sembrino trovarlo così facilmente, pur non avendo intrapreso chissà che percorso interiore, ma questo è un altro discorso.

    • Avatar Nadia Luppi

      Nadia Luppi

      Concordo con te Lucia. L’Amore è una scelta. Con buona pace dell’imponderabile, abbiamo sempre la libertà di scegliere. Possiamo scegliere di accogliere quel che c’è e che si presenta davanti a noi, o allontanarlo, fuggirne, nasconderci. E non c’è una scelta più meritevole dell’altra. Non c’è giusto o sbagliato. Certo è che se restiamo in apertura, se decidiamo di accogliere e di lasciarci attraversare da Eros, qualcosa accade. Non sarà facile, non sarà immediato, non sarà sempre comprensibile. Ma se non altro daremo spazio alla Vita. Osho diceva che il respiro dà vita al corpo, l’Amore dà vita all’anima. E con questo non intendeva che dobbiamo trasformarci in zerbini dell’altro. Esattamente l’opposto. Come scrivo spesso si parte dall’Amore più importante: quello per noi stessi. E in questo Amore c’è anche la capacità di lasciare andare i paragoni con gli altri. Ognuno ha il suo sentiero e il suo zaino. Paragonarsi agli altri ci fa perdere di vista i nostri passi, toglie attenzione al nostro vissuto soggettivo. E come potremo mai aprirci all’altro se ci dimentichiamo di noi stessi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *