Aziende
Disabilità e Lavoro
In Italia l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità è normato da leggi che stabiliscono obblighi per il datore di lavoro e tutele per i lavoratori appartenenti alle “categorie protette”. Tuttavia al di là di obblighi e diritti, la complessa sfida dell’inclusione lavorativa è vinta solo quando sia il lavoratore sia il datore di lavoro sono pienamente soddisfatti della collaborazione. Al contrario i casi di sotto-occupazione sono fin troppo frequenti e portano con sé alti tassi di frustrazione, perdita di motivazione, malattie professionali e assenteismo per il lavoratore, e contemporaneamente grattacapi, spreco di risorse e di opportunità per il datore di lavoro.
Questa non è l’unica via percorribile.
Attraverso l’ascolto, il riconoscimento reciproco di bisogni e aspettative, attivando processi di team building, di counseling e di mediazione possiamo studiare una strategia alternativa che punti contemporaneamente al benessere del lavoratore e alle esigenze aziendali.
D&I (Diversity and Inclusion)
Ancora troppo spesso negli ambienti di lavoro i pregiudizi agiscono sotto traccia e spesso le differenze vengono trascurate o ignorate, più di rado valorizzate. Fare finta che la diversità e le esigenze speciali ad essa correlate non esistano è un atteggiamento che sulle prime può sembrare vincente, ma che finisce per cancellare opportunità di crescita per il lavoratore, per il team in cui è inserito e per l’intero sistema azienda. Indaffarati come siamo a guardare numeri e bilanci, potremmo stupirci di come il riconoscimento e la valorizzazione delle diversità può rivelarsi una grande opportunità di successo per tutto il sistema.
Attraverso consulenze specifiche, interventi individuali o di team e percorsi formativi accompagno lavoratori, team e manager nel processo necessario a includere la diversità in azienda e trasformarla in un plus. In alternativa affianco i team delle HR nell’acquisizione di competenze e soft skills utili a meglio svolgere il proprio lavoro in questa direzione.
Team Building – anche Outdoor
Le ricerche dimostrano che un buon clima di collaborazione è fondamentale per costruire un team coeso, dinamico e produttivo. Quando stiamo bene nel nostro gruppo di lavoro la fatica diminuisce, ci sentiamo sostenuti e l’entusiasmo cresce così come cresce la creatività.
Un team non è mai solo la somma delle sue parti, ma al contrario è molto, molto di più.
Attraverso attività che portino i partecipanti a conoscersi e riconoscersi nelle proprie unicità e nelle proprie sinergie, creando spazi di sfide condivise e di crescita individuale e di gruppo, possiamo ridare dinamismo ad una squadra di lavoro.
Ancor di più tutto questo è possibile e prende senso quando svolgiamo le attività in natura: trascorrere tempo all’aria aperta, in un bosco o sui prati di montagna o accanto ad un torrente è già di per sé terapeutico perché riduce i livelli di stress e restituisce energia. La Natura poi è sempre capace di sostenerci nelle nostre sfide più grandi, a maggior ragione quando lavoriamo su noi stessi.
Grazie alla condivisione di esperienze significative, a momenti di confronto e ad attività basate su gesti archetipici che uniscono e rinnovano, possiamo toccare con mano e imparare ad esprimere il nostro meglio, sia come professionisti sia come team.
LE NOSTRE PROPOSTE
Servizio di Sportello di Ascolto in azienda
Portiamo al lavoro quello che siamo. I nostri bisogni, le nostre emozioni, i nostri atteggiamenti. E se è vero che non sarebbe giusto trasformare il luogo di lavoro nello studio di uno strizzacervelli, è pur vero che possiamo scegliere di offrire ai nostri lavoratori uno spazio accogliente e un tempo di ascolto .
Poter raccontare ad un professionista dell’ascolto come ci sentiamo mentre lavoriamo, quali dinamiche relazionali ci appesantiscono o ci impediscono di dare il nostro meglio, significa prima di tutto allentare la tensione. In secondo luogo, raccontare d questo a qualcuno che semplicemente ascolta e che non appartiene alle gerarchie aziendali, equivale anche a prendere coscienza delle dinamiche interiori che mettiamo in campo e di quelle che abbiamo di fronte. E quando osserviamo diventiamo coscienti e dunque anche più capaci di stare in quelle dinamiche e – talvolta – cambiarle a partire da noi stessi.
Il servizio si modella sulla base delle esigenze aziendali e a seconda delle necessità dei lavoratori. Esso può essere proposto con cadenza settimanale o mensile, in uno spazio fisico allestito in azienda o con modalità on line, per slot di colloqui di un’ora circa, preferibilmente in orario di lavoro.
E a quei titolari di azienda che stanno già arricciando il naso e vorrebbero chiedermi: “Ma devo pagarli per fare delle chiacchiere?” Senza esitazione rispondo: Sì. Perché quelle chiacchiere saranno utili ai vostri dipendenti per rendersi conto di come stanno dentro al proprio team e in azienda, degli schemi che mettono in atto e di come – anche con poco sforzo – si possa stare meglio, collaborando efficacemente e raggiungendo gli obbiettivi sperati.
Consulenza per l’inserimento efficace di lavoratori con disabilità
In Italia per le aziende con più di 15 dipendenti vige l’obbligo di assumere lavoratori con disabilità, e man mano che il numero dei dipendenti cresce, anche le quote riservate ai lavoratori in legge 68 aumentano. Oltre alla legge 68 ancora permangono – anche se sempre più raramente – gli obblighi di assunzione di personale con disabilità visiva al centralino.
A causa di una mancata informazione, dell’inesperienza e dei pregiudizi che si trasformano in imbarazzo, in atteggiamenti pietistici o in incomprensioni croniche, spesso la questione finisce per essere gestita in modo poco efficace.
A volte è sufficiente lavorare sulla comunicazione tra le due parti, stimolare un dialogo più aperto e smontare – attraverso la formazione e l’incontro – quei pregiudizi che impediscono al lavoratore di dare e mostrare il proprio meglio e al datore di lavoro di avvalersi della risorsa migliore possibile.
Passaggi chiave come un lavoro specifico di team building inclusivo, la presa di consapevolezza comune dei limiti legati alla disabilità, l’elaborazione congiunta di nuovi adattamenti possibili, la negoziazione del mansionario insieme al team di appartenenza, possono cambiare le sorti di un percorso di inserimento lavorativo. A questo fine è sempre utile attivare percorsi di team building inclusivi e disegnati per essere pienamente godibili anche dai lavoratori con disabilità, per fare emergere in spazi e tempi protetti non solo i limiti ma soprattutto le potenzialità di ogni componente della squadra.
Per raggiungere un buon risultato occorre agire su più livelli:
- Adattare la postazione di lavoro alle esigenze specifiche del lavoratore con disabilità (acquisto di ausili specifici o implementazione di strumentazioni che agevolino il lavoro;
- Rimodulare il mansionario ampliando l’area di azione ove possibile e restringendola ove la disabilità non permette di portare a termine i compiti assegnati o dove mina il senso di autoefficacia della persona.
- Prendersi cura del benessere del lavoratore con disabilità, stimolando il suo senso di responsabilità e di autoefficacia sempre nel rispetto dei suoi diritti;
- Lavorare con costanza con il team in modo che sia il gruppo nel suo insieme ad accogliere il collega con disabilità e a instaurare una comunicazione efficace;
- Accompagnare il manager e l’azienda verso una migliore comprensione dei meccanismi legati alla disabilità e verso il progressivo smantellamento di pregiudizi e stereotipi;
- Informare tutte le parti delle reti di servizi (istituzioni, enti privati, associazioni, fornitori di ausili ecc.) esistenti sul territorio e facilitare i contatti;
Si tratta di processi complessi ma più semplici di quanto si creda e quando ci si dà la possibilità di dedicare la giusta attenzione giorno per giorno all’ascolto e alla buona comunicazione, le cose cambiano in positivo per il singolo, per il team e per l’intera azienda.
Consulenza per costruire un team di lavoro efficace che sa comprendere e valorizzare le differenze culturali
In azienda non è solo la disabilità a spaventare. Esistono ancora troppe realtà in cui i pregiudizi culturali sugli stranieri pesano anche sul team di lavoro, andando ad impattare sul clima relazionale e infine sulla produttività. Può sembrare strano, ma davvero le buone relazioni tra colleghi hanno il segno + nel bilancio, mentre pregiudizi e ostilità culturali portano con sé malintesi, malumori, perdite di tempo e reazioni a catena dannose per l’azienda.
Dopo il primo passo, che è quello di analizzare nel dettaglio la situazione attraverso un’attenta supervisione, occorre implementare percorsi di team building con un’attenzione specifica al tema. Si tratta dapprima di conoscere le specificità del team, studiare e mappare le reti relazionali e esacerbare in spazi protetti quelle convinzioni discriminanti e quei pregiudizi che per pudore, perbenismo e ipocrisia restano nascosti e che agiscono in modo sotterraneo ma non meno impattante. Da qui si comincia a lavorare sulla comunicazione positiva e non violenta per creare uno spazio fertile di condivisione. Si cercherà poi di attivare uno scambio creativo e anche giocoso di racconti, usanze culturali, tradizioni e significati di gestualità e comportamenti. Questo permetterà di riattivare un dialogo più costruttivo, nutrire le relazioni e “ripulirle” di quei costrutti mentali e quelle interpretazioni pregiudiziali che contribuiscono a erigere barriere che necessariamente si riflettono sulla produttività.
Cammin Sentendo Business: Team Building e D&I per le aziende
Sempre più aziende scelgono di offrire ai propri dipendenti percorsi formativi e di team building outdoor. Questo perché si è visto che l’ambiente naturale sostiene sia l’apprendimento delle social skills sia i percorsi formativi dedicati al buon incontro con le diversità.
La metodologia di Cammin Sentendo, basata sul cammino in natura e sulle buone pratiche di incontro con sé stessi e con gli altri, accelera e facilita l’intreccio di relazioni sane, offrendo ai team di lavoro un’occasione per rafforzarsi e diventare più efficaci.
Attraverso il cammino in natura si agisce innanzitutto sul senso di autoefficacia dei singoli, stimolando i partecipanti a mettersi in gioco in esperienze e sfide (sempre accuratamente progettate per essere sostenibili ed efficaci) che prevedono l’uscita dalla zona di confort e la presa di contatto con le proprie capacità. Parallelamente le esperienze immersive (respirazione, ascolto, contatto consapevole) offrono la possibilità di prendere consapevolezza di sé e introiettare intuizioni e prese di consapevolezza.
La dimensione di gruppo dell’attività di Cammin Sentendo che si riverbera nel tempo del trekking, in tutte le esperienze immersive e nelle pratiche del cerchio, stimola la condivisione e la comunicazione, la solidarietà tra i partecipanti che si trovano a riconoscersi come parti di una stessa avventura.
Fare team building in ambiente naturale implica il giusto distacco da quei luoghi di lavoro in cui le ostilità e le frizioni si ripetono giorno per giorno. Questo porta con sé la possibilità di vivere i colleghi al di fuori del quotidiano impegno lavorativo, restituendo di loro immagini più integrate e autentiche. Si creano ricordi insieme, ci si scopre nelle proprie fragilità e potenzialità, si ha il tempo insomma di viversi. Questa dinamica è ancora più accentuata quando il lavoro si svolge in esperienze residenziali o itineranti di più giorni, dove si condividono le piccole abitudini essenziali e quotidiane.
Cammin Sentendo è una metodologia nata per accogliere le diversità ed in particolare la disabilità visiva per cui si rivela ancora più efficace quando i team di lavoro hanno al proprio interno persone con limitazioni fisiche o sensoriali compatibili con le attività proposte.
In ogni caso si tratta di valutare insieme agli interessati come articolare la proposta, tenendo presente che la natura dà spazio a tutti e le relazioni sono il primo e fondamentale vettore di inclusione.