aggiungi un mi piace al post Share this post on:

Sanremo è immagine, ma si tratta pur sempre di immagini che possono farci riflettere.

Quando ho visto la scena sono inorridita. È come se fosse esplosa una nube atomica di domande in quell’istante: Quanta rabbia e quanto tormento devi avere dentro se basta un auricolare che non funziona per distruggere tutto? Quanto poco valore dai a tutto ciò che ti sta intorno se basta una inezia per annullare il lavoro di 1000 mani amorevoli che hanno allestito i fiori sul palco?

Quale vuoto di corrispondenza tra te e ciò che ti circonda devi vivere per spiegare il tutto con un “volevo divertirmi“.

Se le persone sono come fiori… Quanto manca al riconoscimento dell’altro e il conseguente potersi rendere partecipe o colpevole di certi atti? Mi chiedo con una certa preoccupazione sla prossima volta che ti fanno arrabbiare ti sentirai il diritto di prendere a schiaffi anche l’essere umano che accuserai di essere il colpevole della tua rabbia?

E poi un pensiero per il nostro Ama dal grande cuore. Ad offesa non si risponde mai con offesa, ed è sempre giusto ascoltare le ragioni di ognuno, criminali compresi.

Tuttavia…

Non so dire se al suo posto ti avrei concesso la possibilità di cantare, ma se non lo avesse fatto, sicuramente ci sarebbe stata la polemica di chi ti avrebbe considerato una vittima, non di te stesso, ma di un sistema ingiusto e corrotto. Allora va bene. Canta. Però poi, tolto il dettaglio sui singoli protagonisti… Da qualche parte, nel nostro cervello da telespettatori, ce la vogliamo fare una domanda? O anche due? Quanti giovani prenderanno spunto da quel gesto totalmente legittimato?

Le regole sono un atto d’amore. Sono le regole che insegnano la libertà. Senza regole la libertà non la impari.

Senza frustrazione, non si crea. Senza necessità, non si corre verso il proprio successo.

Senza qualche No non si può dire di Sì a se stessi, soprattutto quando utto viene dato per scontato.

Vogliamo provarci, da adulti, da genitori, da cittadini consapevoli, ad accettare il fatto che per essere liberi, dobbiamo almeno vedere le regole e non biasimarne la mera esistenza come ladrocinio della nostra libertà?

E per rispondere alla solita obiezione del “era tutto preparato”: va bene lo stesso. Che sia finzione o performance spontanea la questione non cambia. Si pone comunque il tema dell’educazione e dei modelli di comportamento e di relazione che vogliamo proporre.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *