aggiungi un mi piace al post Share this post on:

Quanto ci condizionano, quanto ci limitano e quanto ci intossicano gli stereotipi di genere? Da un lato la difficoltà di accettare corpi imperfetti e distanti dai canoni del presunto femminile ideale, e dall’altro la fatica di allinearsi su modelli granitici e sempre al top per il maschile.

Qualche anno fa scrissi un articolo dal titolo “Se Venere inciampa” in cui raccontavo delle mie goffaggini e della difficoltà  di destreggiarsi  tra gli stereotipi relativi a femminilità, disabilità e bellezza. Raccontavo di quanto abbia lottato per integrare la mia indole guerriera e combattiva che mi ha guidata lungo gli anni di gioventù, con sfumature più accoglienti, morbide e femminee che avevo lasciato da parte per ragioni di sopravvivenza.

Ma se noi donne dobbiamo lottare così strenuamente per ritrovarci al di là del rossetto e dei capelli piastrati, cosa accade agli uomini? Quali stereotipi di genere li appesantiscono? Quanto costa loro affermarsi come persone uniche e irripetibili al di là di modelli e ideali irraggiungibili come quelli veicolati dai media e dalla pubblicità? In altre parole, se Venere può inciampare senza perdere in fascino e sensualità, quali sono i triboli che Marte deve affrontare quando è costretto a riconoscersi tutt’altro che invincibile, ad esempio perché deve usare il bastone bianco?

Così per evitare di parlare a sproposito, ccedo la parola a chi queste dinamiche le vive sulla propria pelle.

Andrea è un giovane antropologo dalla curiosità indomabile e uno stand-up comedian  dai toni irriverenti e provocatori che convive dalla nascita con una disabilità visiva importante.

Dopo essersi accostato con sensibilità alla lettura del mio articolo, Andrea ha voluto condividere il suo punto di vista rispetto alla distanza a volte incolmabile che si crea tra la quotidianità di un uomo non vedente e certi modelli di maschio sempre forte, determinato e che in ogni situazione sa bastare a sé stesso e risolvere ogni problema, suo o delle principesse con cui ha a che fare.

Riferendosi all’immagine marmorea veicolata da uno spot pubblicitario dell’uomo che non deve chiedere mai e al modello del maschio cavaliere che sa sempre dove andare  e soprattutto dove portare la sua principessa smarrita, Andrea scrive:

“Possono sembrare immagini stupide e possiamo classificarle solo come stereotipi o pensieri comuni, ma di fatto i pensieri comuni sono come i confini nazionali: una volta che si sono creati esistono, indipendentemente dal fatto che tu individualmente li riconosca o no”.”

Andrea spiega:

“Io che devo chiedere un aiuto ogni volta che la vista si fa indispensabile, che si tratti di strisce pedonali, incroci stradali, supermercati o passaggi in auto, come posso riconoscermi in quel tizio che non deve chiedere mai?

E’ difficile anche dare l’idea di uno che se la cava sempre da solo e che basta a sé stesso se in situazioni on the road conosci delle ragazze mentre è un tuo amico a guidarti  e a metterti al riparo dai pali in fronte. Mi capita spesso, quando incontro una ragazza per la prima volta, di chiedermi come potrebbe mai vedere in me un uomo capace di sostenerla se poi di fatto è lei che deve guidarmi per la strada. E quando queste domande mi frullano in testa tendo a chiudermi, a vedere tutti gli altri uomini migliori di me solo perché vedono bene e lì sì che con quel tizio della pubblicità vorrei farci a botte…

Una volta mi è capitato di passeggiare in strada da solo e di imbattermi in una compagnia di miei coetanei e di scontrarmi con una di loro, evidentemente persa nei suoi pensieri. Li ho sentiti allontanarsi, forse sghignazzavano tra loro, della loro amica svampita e non di me, ma mi ha fatto male comunque: forse ero solo il cieco contro cui aveva sbattuto, e allora come faccio a immaaginare che la tipa svampita o una sua amica potrebbe innamorarsi di me?

Come faccio a riconoscermi nell’immagine che hanno tante donne del maschio come il cavaliere senza macchia e senza paura che in sella al suo destriero prende al volo la mano della principessa, la carica sul cavallo con una mossa atletica e la salva dal drago sputafuoco che li sta inseguendo? Io sarebbe meglio che a cavallo da solo non ci andassi ed eviterei di lanciarmi al galoppo senza un buon GPS…

Non assomiglio a Leonardo di Caprio e non posso nemmeno sperare che – fatta una figuraccia – ci sia un regista che mi invita a recitare di nuovo la stessa scena per cancellare l’errore. Se ricalcare il modello Di Caprio sul set è impossibile per qualunque maschio medio, figuriamoci per un non vedente…

Ma poi, quando le paranoie lasciano spazio alla lucidità, mi chiedo: davvero crediamo che per

essere maschi non dobbiamo mai chiedere aiuto? Davvero ancora l’unica immagine di uomo desiderabile è quella del cavaliere?

Vorrei dire al tizio della pubblicità che chiedere aiuto  è una bella opportunità. Se al supermercato chiedo ad una commessa di aiutarmi a fare la spesa, poi finisce che si chiacchiera e ci si racconta e alla fine della spesa sono anche di ottimo umore perché siamo stati bene in due.

Una volta alla stazione Termini, ho chiesto un’indicazione e mi son trovato a chiacchierare con un giornalista che stava andando in aeroporto per seguire la nazionale di Rugby in Giappone e mi sono fatto una cultura in materia. Un’altra volta mi è bastato chiedere un’informazione per ritrovarmi a condividere una manciata di minuti con un bambino giapponese: avevo chiesto inavvertitamente un’informazione a sua mamma che a quel punto mi chiese di vegliare sul picccolo offrendosi di acquistare acqua anche per me alla bottega lì di fronte. Pochi minuti per assaporare il brivido di poter comunicare solo a gesti ma senza vedere e scoprire di farcela!

Le persone sanno essere meravigliose, pronte a darti una mano e farsi in quattro se ti vedono in difficoltà, io lo so e mi piacciono gli esseri umani anche per questo.

Poi ci sono quelle giornate in cui ti senti davvero uomo, bello, virile, sai che sprizzi fascino da tutti i pori, sei ancora più simpatico del solito e senti che niente può andare storto,  Oscilli baldanzoso il bastone bianco, dribbli all’ultimo i pali e nemmeno ti importa del manubrio di bicicletta centrato in pieno sul marciapiede. Sei figo e non c’è ostacolo che possa oscurare la tua luce.

E’ in giornate così che una ragazza per strada potrebbe offrirti aiuto visto che andate nella stessa direzione. Camminate un po’ insieme, iniziate a chiacchierare, ti racconta di sé, ride alle tue battute e la sua risata è musica, , scoprite mille interessi in comune, lei si presenta  a te e tu, beato nel tuo sentirti ok hai sufficiente coraggio per non dare retta alle paranoie e voilà! Scambiati i numeri, un sorriso per salutarsi  e già sembra l’inizio di una nuova vita.

Forse è vero che i pensieri comuni hanno il loro peso, ma restano pur sempre solo pensieri comuni…

In fondo un cavaliere non è tale se non ha delle ferite, e le ferite vanno mostrate anche con un certo orgoglio a chi sentiamo possa comprenderle e onorarle.

Mi piace pensare che il Pelide Achille oggi vorrebbe comprarsi un paio di Birkenstock piuttosto che degli anfibi, perché Achille è un’eroe e gli eroi sono quelli che  hanno la faccia tosta di mostrarsi per quello che sono, con tutte le loro paure e tutte le loro ferite.

Secondo me, se abbiamo il cuore di aprirci e di entrare in confidenza con le persone, possiamo scoprire che ce ne sono tante ad accoglierci per ciò che siamo, ad accettare di noi anche le nostre paure e le nostre paranoie, e a quel punto ogni passo sarà l’occasione per scoprire modi inediti e creativi per essere Uomini, per essere noi.

Grazie Andrea per averci ricordato una volta ancora che se ci concediamo il lusso di mettere in dubbio qualche stereotipo, di relativizzare i modelli che ci impongono come fissi e imprescindibili, possiamo scoprire qualcosa di nuovo in noi e negli altri e trasformare una difficoltà in un’occasione e una ferita in una medaglia da indossare con orgoglio.

Link utili:

Andrea Stoppa su Facebook:

https://www.facebook.com/andrea.stoppa.35

Andrea Stoppa su Youtube:

https://www.youtube.com/channel/UC5Ag5_v67AFOw3EQDQKPaFA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *