Al liceo guardavo ammirata le mie insegnanti di Filosofia e di Italiano e sognavo di diventare una donna colta, almeno quanto loro. Oggi so che c’è sempre da imparare, ma vado fiera della mia cultura, dei miei studi in Filosofia e nelle altre materie umanistiche, nonché del percorso di crescita personale vissuto finora. A causa della disabilità visiva ho smesso di leggere i libri di carta per cui solo una piccolissima parte di ciò che ho letto e studiato si trova sulla libreria. Tutto il resto è sparso e ricollocato tra hard disk, cloud e materia più o meno grigia.
I libri curano e la Filosofia insegna anche a guardare il mondo prima ancora che a trasformarlo. Ricordo con nitidezza i tempi in cui studiavo le teorie di guerra giusta e approdavo agli autori pacificisti. Ricordo le ricerche sui bambini soldato e sulle ragazze arruolate e violentate. Ricordo tutto, le teorie politiche, le leggi, le strategie di uscita dai conflitti e dai traumi. Quegli studi sono solo uno dei tanti esempi con cui potrei raccontare di quanto libri e appunti possano aiutarci a non restare passivi davanti alle notizie dei fatti umani. Capire non è tutto, ma è un buon primo passo.
Oggi mi trovo per missione oltre che per lavoro ad accompagnare altri sulla via della consapevolezza e della trasformazione. Ad ogni nuovo cammino carico lo zaino con strumenti diversi, ma i libri di rado mancano e noto con piacere che la filosofia non aiuta solo me, ma può ispirare anche chi non ha mai incontrato né Platone né Hegel né Hannah Arendt. Gli insegnamenti di Diotima possono aiutare chi vive le sfide dell’amore, la dialettica Hegeliana può stimolare una riflessione sull’evolversi delle cose, così come Nietzsche è spesso un valido alleato per accogliere la propria sana e sacra follia. Similmente certi libri di pedagogia come quelli di Andrea Canevaro così come i testi di Assagioli o Lowen possono restituirci un’ampiezza di sguardo altrimenti impossibile da conquistare nella deprivazione culturale in cui rischiamo di impantanarci con l’informazione mainstream
Non si tratta naturalmente di somministrare letture come si farebbe a scuola, né tantomeno di verificare il livello di apprendimento. Gli autori sono voci che intervengono nel viaggio, così come se fossero passanti che – incontrandoci – ci regalano un saluto, un sorriso, una parola che sa restare con noi e rendere unico quel sentiero.
E cosa possono fare un saluto, un sorriso, una parola? Possono fare tanto, a patto che restiamo consapevoli di essere sui nostri piedi e di camminare soprattutto con noi stessi. I libri aiutano, gli altri possono restituirci sguardi di noi, ma il solo maestro lo vediamo quando ci guardiamo allo specchio. Quello è il libro sacro della vita. Lì nasce la vera consapevolezza e lì nasce la possibilità reale di trasformarsi.